Preghiera alla Veglia per l’unità dei cristiani
Bologna, chiesa metodista, Via Venezian
Don Paolo Serra Zanetti
19 Gennaio 1992
Se siamo qui, è perché abbiamo conosciuto qualcosa dell’ELEOS – la molta misericordia di cui è ricco colui che ci ha amato con molto amore (Eph. 2,4)- e siamo così portati alla speranza resistente e non deludente, viva per lo Spirito, il soffio vitale e vivificante del Dio vivo; siamo sottratti alla potenza paurosa dell’ora (Eph. 2,3), al dominio insormontabile della morte, perché ci è dato di guardare con qualche fiducia e coraggio verso colui che dai morti è risuscitato, quel Gesù in cui ci è stato annunciato e donato il “Sì” di Dio: per questo, per mezzo di Gesù Cristo ritroviamo e diciamo “amen”.
E riusciamo a dire, talora a cantare, “sia benedetto Dio e Padre del Signore Nostro Gesù Cristo”; riusciamo giorno per giorno a vincere l’esitazione intimorita, impacciata, un po’ complicata, a dire “Tu”; riusciamo a cercarti e desiderarti, lodarti e benedirti, riusciamo perfino a desiderare di amarti e di amarti con tutto il cuore, noi così spesso e così variamente egocentrici: perché pur nella prova e nella sofferenza ci è stato dato di levare il capo, di ricordare un po’ di Vangelo, di credere in qualche segno di quell’amore vincente che in Gesù Cristo si è compiuto: addirittura abbiamo potuto e possiamo provare gioia, ritrovare quella fonte di gioia incancellabile cominciata quel giorno di Pasqua in cui qualcuno ha potuto dire con verità e letizia inattesa e ormai insperata: “abbiamo visto il Signore”. E abbiamo fiducia di conservare questo coraggio e anche di crescere in esso, perché siamo custoditi dalla potenza tua, Dio e Padre di Gesù Cristo e padre nostro, che custodisci i nostri cuori e i nostri pensieri e sentimenti nella verità della tua pace, che sorpassa sempre la nostra comprensione (Fil 4,7) e i nostri progetti.
E ti chiediamo, con l’audacia e la franchezza che viene da te, dalla forza rigenerante del Vangelo del tuo figlio, nella sobria allegrezza del tuo Spirito, ti chiediamo di imparare a vivere con umile sorpresa e gratitudine quella misericordia, quella bontà pronta e paziente che ci doni sempre di nuovo per mezzo di Gesù, Samaritano venuto a versare olio e vino sulle nostre ferite e i nostri traumi. Chiediamo, cerchiamo, bussiamo, per accogliere e gustare con immensa riconoscenza la buona notizia della vittoria, della resistenza della speranza, della comunità pur nella fatica, dell’amore: questa sera ciò significa per noi particolarmente la speranza di convertirci a te, e perciò stesso cercare di capirci tra noi e lavorare insieme nella riflessione, nella solidarietà, nella preghiera, e cercare di non lasciarci turbare per i nostri insuccessi e debolezze e stanchezze; significa la speranza di cercarti perché ti lasci oggi trovare; e così abbiamo fiducia di saperci accogliere gli uni gli altri, accorgendoci con commozione grata che in Gesù ci hai accolto tu, Padre, nello Spirito che ci fa vivere. Amen
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Vedi anche: Riflessioni e Omelie